In queste pagine vengono riportate alcune nozioni
sulla conduzione di un'imbarcazione a vela a deriva mobile o,
piu' semplicemente, deriva.
La navigazione su deriva richiede molta pratica.
La pratica e' la parte piu' divertente ed importante.
Tuttavia, appresi i primi rudimenti,
e' necessario anche qualche concetto teorico.
In questo documento sono riportati i principali.
La parte anteriore della barca si chiama prua,
la parte posteriore poppa,
la destra si dice dritta (ma anche destra),
la sinistra si dice sinistra.
La parte dell'imbarcazione rivolta al vento e' detta sopravento,
la parte opposta sottovento.
La parte immersa dello scafo e' chiamata opera viva, la parte
emersa opera morta.
La deriva e' la pinna che evita lo scarroccio all'imbarcazione.
La deriva e' di legno o materiale plastico ed e' mobile: puo'
essere sollevata o inclinata per diminuire la resistenza all'avanzamento
nelle andature portanti.
Anche la pala del timone presenta una resistenza allo scarroccio oltre
a consentire la direzione dell'imbarcazione.
La pala e' fissata allo scafo con gli agugliotti che debbono
essere inseriti nelle femminelle.
Il timone e' governato con un barra spesso prolungata con uno
stick.
La proiezione sull'asse longitudinale dell'opera viva e' chiamato
piano di deriva ed il suo centro centro di deriva.
Il piano di deriva puo' variare in funzione dello sbandamento oppure
sollevando la deriva.
La distribuzione del peso sull'imbarcazione ha molta importanza. L'equipaggio si tiene generalmente sopravento per bilanciare l'azione del vento. In condizioni di vento scarso l'equipaggio si distribuisce per mantere in assetto l'imbarcazione. In ogni caso il timoniere resta sopravento mentre il prodiere ha il compito di far mantenere l'assetto all'imbarcazione. Sulle derive e' spesso presente il trapezio che consente di spostare il proprio peso all'esterno.
In fondo alla deriva spesso si raccoglie un po' d'acqua... nessun problema: basta sgottare con la sassola!
L'albero ha la funzione di sostenere le vele. L'albero e' sostenuto dalle manovre fisse o dormienti che sono generalmente cavi metallici. L'albero e' sostenuto anteriormente dallo strallo. Lateralmente l'albero e' sostenuto dalle sartie. Le sartie per offrire maggior stabilita' sono appoggiate sulle crocette. Le crocette si dicono aqquartierate se sono rivolte verso poppa ed in questo caso sostengono anche posteriormente l'albero. L'albero attraversa la coperta in un buco detto scassa e si appoggia allo scafo sulla mastra in un punto che spesso, per la forma, prende il nome di bicchiere. Sull'albero e' fissato un braccio orrizzontale detto boma. Non tutti gli elementi descritti sono presenti su tutte le derive, le crocette molto aqquartierate permettono di non utilizzare il paterazzo e, sulle barche piu' semplici, l'albero e' fissato solo sullo scafo.
Il fiocco ha il punto di mura a prua ed e' generalmente murato su un anello a prua da un grillo. Il fiocco e' inferito sullo strallo o direttamente nello strallo. La penna e' issata sull'albero dalla drizza. Lo strallo non arriva sempre alla testa dell'albero. Ad esempio nel caso in cui lo strallo arrivi ai 7/8 dell'albero si dice e' armato a 7/8. Sulla bugna del fiocco si incocciano le due scotte del fiocco per la sua regolazione.
La randa ha il punto di mura nell'angolo tra l'albero ed il boma. Le ralinghe lungo l'inferitura della randa si infilano in una canaletta sull'albero. La drizza della randa issa la penna in testa all'albero. La scotta della randa viene fissata sul boma ed attraversa generalmente diversi bozzelli che hanno lo scopo di demoltiplicare la forza da impegnare sulla scotta. La randa e' irrigidita sulla balumina da una serie di stecche. Il boma e' sostenuto superiormente dalla vela e viene spinto verso il basso dal caricabasso o dal vang.
Simile al fiocco ma non inferito sullo strallo e' il gennaker
o spinnaker asimmetrico:
una vela leggera adatta ad andature con il vento in favore.
Si usa in alternativa al fiocco e viene spesso murata sul bompresso.
Una vela molto bella e' lo spinnaker (detto spesso anche
spi). E' una vela leggera,
che offre una superficie velica molto grande,
da utilizzare nelle andature portanti ed e' spesso riccamente colorata.
Sono necessarie diverse manovre per regolare lo spinnaker.
Il tangone e' fissato anteriormente all'albero. E' sostenuto
dall'alto e vincolato dal basso.
Il punto di mura dello spinnaker e'
sull'estremita' del tangone (varea).
La regolazione laterale
si effettua con il braccio
(che e' il nome che prende la scotta in varea).
Il punto su cui si applica la risultante della forza del vento su tutte
le vele si chiama centro velico.
La relazione tra il centro velico ed il centro di deriva e' molto
importante poiche' determina il comportamento dell'imbarcazione.
In particolare se il centro velico e' piu' a prua rispetto al centro di
deriva, la barca tendera' a poggiare; se e' piu' a poppa, la barca tendera'
ad orzare.
Questo puo' essere sfruttato volontariamente
per governare la barca senza timone.
Oppure puo' succedere che la barca non risponda ai comandi del timone
a causa della maggior forza del vento sulle vele, come avviene in una
straorza. In questo caso e' importantissimo essere pronti e
mollare immediatamente la scotta.
Poiche' l'unica forza di propulsione e' quella del vento e' molto importante la rotta che si segue rispetto alla direzione del vento: l'andatura.
Quando il vento e l'imbarcazione procedono esattamente nella stessa direzione
l'andatura e' detta di poppa o a fil di ruota. Le vele sono stese al
massimo per raccogliere il vento. E' anche possibile disporre il fiocco
e la randa sui due lati opposti: andatura a farfalla.
Stringendo un poco il vento si ha l'andatura di lasco. Il vento
proviene dal mascone di poppa. Le vele sono molto larghe e dallo stesso lato.
Quando il lasco e' vicino all'andatura di poppa viene detto gran lasco.
Generalmente il lasco e' un'andatura piu' veloce della poppa e piu'
sicura (non si rischiano strambate involontarie... ma lo vedremo piu' avanti!).
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Il vento che le vele sentono
non e' il vento reale ma e' il vento apparente dato dalla
risultante del vento reale e dal movimento dell'imbarcazione.
Se si procede in poppa con un vento reale di 6 nodi alla velocita'
di 4 nodi la risultante sara' un leggero vento da poppa di 2 nodi.
La sensazione sara' di un vento leggero, appena sufficiente a sostenere
le vele.
Se invece si procede di bolina stretta a 4 nodi con lo stesso vento la
risultante sara' un vento di circa 8 nodi che apparira' provenire piu'
a pruavia del vento reale.
La sensazione sara' quindi di un vento assai piu' forte!
Il vento apparente e' molto importante per la regolazione
delle vele nelle diverse andature.
Quando si porta la barca maggiormente contro la direzione del vento
si orza.
Quando si porta la barca maggiormente verso la direzione del vento
si poggia.
Per orzare bisogna allontanare il timone da se
(trovandosi sopravento come di norma).
Per poggare bisogna avvicinare il timone a se.
Se il centro velico e' a poppavia rispetto al centro di deriva la barca e' orziera altrimenti tende a poggiare. Si tratta di una caratteristica molto importante dell'imbarcazione. Infatti un forte sbilanciamento rende la barca poco manovrabile.
La variazione di andatura comporta la regolazione delle vele. Nelle
andature portanti le vele debbono essere maggiormente
aperte. Nelle andature controvento le vele invece debbono essere maggiormente
strette.
La regolazione principale si effettua con le scotte lascando
le vele quando si poggia
e cazzando le vele quando si orza.
I filetti posti sulle vele consentono di controllarne
la regolazione.
Su una deriva la regolazione delle vele e' continua per sfruttare al
meglio il vento, cosi' come si deve porre attenzione all'assetto
dell'imbarcazione (sia longitudinale che trasversale).
Con il vento giusto,
se e' ben condotta
sfruttando il surf sulle onde,
una deriva puo' essere fatta
planare raggiungendo un'elevata velocita'.
Quando si passa da un bordo di bolina a quello opposto si effettua una
manovra che prende il nome di virata.
Nella virata si parte da una bolina stretta e si orza con decisione.
La prua passa nel letto del vento, le vele fileggiano e quindi si
passa sul nuovo bordo cazzando la scotta sottovento del fiocco per il
prodiere ed invertendo i comandi della scotta randa e del timone
per il timoniere.
La manovra va eseguita con coordinazione altrimenti non riesce.
L'imbarcazione infatti passa nel settore morto in cui procede esattamente
contro vento ed e' necessaria la giusta velocita' nell'esecuzione
della manovra.
Nel caso in cui la manovra non riesca e' necessario
poggiare per far nuovamente prendere velocita' alla barca e riprovare.
La manovra per passare da un lato all'altro del lasco prende il nome di strambata
o abbattuta.
Nella strambata si parte da un lasco e si poggia con decisione.
La poppa passa nel letto del vento, il fiocco passa dolcemente
sull'altro bordo ma la randa puo' passare in modo violento.
Percio' spesso si aiuta la manovra abbattendo la randa con
la mano.
Anche al termine della strambata vanno invertiti i comandi.
La manovra va eseguita correttamente altrimenti c'e' il rischio che il boma si abbatta
violentemente sul lato sottovento colpendo l'equipaggio o causando danni all'imbarcazione.
La manovra risulta piu' complessa se utilizza lo spinnaker.
In questo caso il prodiere deve portare il tangone sul lato sopravento.
Quanto riportato riguarda le manovre di base.
Altre regolazioni piu' fini
si effettuano utilizzando la deriva, il carrello, il trasto della randa,
il vang, il cunningham, la ghinda, il barber,
l'archetto, il caricabasso, la base, il picco,
il meolo
(serve per regolare la tensione della balumina e l'ho evidenziato solo
perche' il nome mi assomiglia)...
Mentre le regolazioni del
piede dell'albero,
dell'angolo delle crocette, della tensione delle sartie, del rake,
la scelta delle vele, ...
vengono effettuate tipicamente a terra durante l'armo
dell'imbarcazione.
Poiche' la regolazione delle vele, l'ormeggio e la maggior parte
delle attivita' svolte sulla barca a vela coinvolgono cime e'
naturalmente molto importante conoscere bene i principali nodi.
Ciascun nodo ha la sua funzione e caratteristica. Un nodo errato rischia di sciogliersi o, peggio, non sciogliersi piu', rendendo pericolosa la manovra. I nodi principali sono:
In realta' i nodi sono moltissimi ed alcuni sono veramente artistici. L'unico modo per imparare a fare i nodi e'... farli! Quindi buon divertimento! |
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I venti prendono un nome diverso a secondo della direzione da cui provengono: la rosa dei venti:
Ogni zona del mondo ha i propri "venti". Il maestrale in Costa Azzurra prende il nome di Mistral. La tramontana in Adriatico e' nota come Bora. ...
La velocita' del vento viene misurata in nodi con una scala numerica da 0 a 12: la scala Beaufort.
Forza | Velocita' | Descrizione |
0 | 0-1 | Calma |
1 | 1-3 | Bava di vento |
2 | 4-6 | Brezza leggera |
3 | 7-10 | Brezza tesa |
4 | 11-16 | Vento moderato |
5 | 17-21 | Vento teso |
6 | 22-27 | Vento fresco |
7 | 28-33 | Vento forte |
8 | 34-40 | Burrasca |
9 | 41-47 | Burrasca forte |
10 | 48-55 | Tempesta |
11 | 56-63 | Tempesta violenta |
12 | >=64 | Uragano |
In mare non vi sono cartelli stradali o semafori. Tuttavia vi sono regole e segnali ben precisi da conoscere e rispettare. La trattazione di tutti questi elementi sarebbe molto lunga e vi sono parecchi libri che la contengono. Alcune norme sono antichissime (l'uomo naviga da millenni e guida solo da un centinaio di anni). Le norme principali sono universalmente accettate ed applicate in tutte le situazioni. Naturalmente qui diamo solo qualche accenno.
Una barca che procede a motore deve dare la precedenza,
lasciando libera la rotta, ad una
barca che procede a vela. Una barca che procede a vela deve dare la precedenza
ad una barca che procede a remi.
Qualsiasi barca deve dare precedenza ad imbarcazioni che
hanno difficolta' di manovra.
In porto e dove le acque sono limitate si tiene la destra.
Tra due imbarcazioni che
procedono a vela ha precedenza quella con le mure a dritta
(il vento che proviene da destra).
Tra due imbarcazioni che procedono sulle stesse mura ha precedenza quella
con l'andatura piu' stretta (la bolina ha precedenza rispetto al traverso
e questo ha precedenza sul lasco).
La manovra di lasciare libera la rotta
deve essere tempestiva e precisa per non lasciare dubbi sulla
sua esecuzione.
In regata valgono le stesse regole ma se ne aggiungono altre relative alle procedure di partenza, all'ingaggio, al passaggio delle boe, alle bandiere, ...
Descrivere in dettaglio tutte le derive e' impossibile! Ma vogliamo almeno riportare qualche breve indicazione su alcune delle piu' diffuse:
Le regate con le derive vengono svolte sempre per classe... ma c'e' qualche eccezione. Anche per le derive, come avviene per le imbarcazioni d'altura, si possono utilizzare i tempi compensati utilizzando i Portsmouth Number.
Anche se il mondo della vela non e' solo l'agonismo e le tipologie di regate sono le piu' varie e' comunque interessante quali siano state le classi ammesse alle competizioni olimpiche nel tempo [NdE grazie Wikipedia]:
1908
Medaglia d'oro per l' 8 metri italiano alle olimpiadi di Berlino 1936.
1952
Medaglia d'oro a Strauilino e Rode in classe Star alle olimpiadi di Helsinki 1952.
1988
Le classi presenti: Finn, 49er, 49er FX, 470, Laser, Laser Radial, Nacra 17 (catamarano), RS:X (windsurf).
Le olimpiadi di Tokio sono state rimandate al 2021 a causa del COVID-19.
Le classi sono le stesse dell'edizione 2016 ma i Nacra 17 utilizzano il foil.
Breaking news (2021-08-03): Medaglia d'oro alle olimpiadi di Tokio per Tita-Banti sui Nacra 17!
Era davvero molto tempo che gli italiani non riuscivano a raggiungere l'oro nella vela
(la grande Sensini ci riusci' nel 2000 a Sydney con il windsurf,
ma, escludendo le tavole, l'oro precedente era del mitico Straulino nel 1952 su Star)
[NdE Sensini olimpica: bronzo Atlanta 1996 ed Atene 2004, argento Pechino 2008, oro Sydney 2000].
2024
Le olimpiadi del 2024 sono organizzate dalla Francia con regate a Marsiglia.
Ci sono diversi cambiamenti nelle classi previste per le prossime olimpiadi di Parigi.
Non sara' piu' presente il Finn (classe storica: era presente dalle olimpiadi del 1952)
e non e' stato trovato un accordo sulla classe d'altura prevista (L30),
sono state quindi introdotte altre classi su tavola. Insomma meno barche, molto piu' foil
e completa parita' di genere come numero di classi presenti tra maschili femminili e miste.
Ecco l'elenco definitivo:
ILCA 7/6 M/F,
49er /FX M/F,
470 Mix,
Nacra 17 foiling Mix,
IQFoil windusrf M/F,
Formula Kite M/F.
Breaking news (2024-08-03): Medaglia d'oro alle olimpiadi di Parigi per Marta Maggetti su IQFoil!
Breaking news (2024-08-08): Medaglia d'oro, ripetendo il successo di Tokio di tre anni prima, per Tita-Banti sui Nacra 17!
Futuro
Per Los Angeles 2028 non e' previsto nessun cambiamento e sono confermate le classi di Parigi 2024.
Il foil e' sempre piu' diffuso sia su tavole che sugli scafi piu' grandi (IMOCA 60, Ac75)
ed ha trovato la sua rappresentazione nelle classi olimpiche ma
l'altura e la navigazione in solitario che crescono ogni anno come numeri e come interesse
non sono ancora presenti.
Da ultimo un argomento importantissimo: la sicurezza.
La sicurezza in mare e' fondamentale. Oltre a dover avere sulla
barca tutte le dotazioni di sicurezza (cosa per altro obbligatoria per
legge) e' necessario mantenere sempre un comportamento prudente.
La pratica della deriva e' sicura se si seguono alcune semplici regole.
Vi interessa la vela d'altura?
ABC della navigazione a vela e' la pagina che fa per voi.
Siete pigri e volete leggere poco?
La vela in un weekend e' una breve introduzione
alla navigazione d'altura.
Se invece vi piace la matematica leggete I numeri
nella navigazione a vela.
Volete misurare la vostra preparazione? Cimentatevi con i
questionari.
I siti sul meteo sono moltissimi ed utilissimi,
colorate sono le bandiere del gran pavese...
La vela e' un modo di vivere e la cosa piu' bella e' navigare... quindi
Pagina preparata per lo |
Testo: L'ABC della deriva
Data: 1 Maggio 2005
Versione: 1.0.11 - 3 Agosto 2021
Autore: mail@meo.bogliolo.name