Questa pagina cerca di riassumere in modo semplice le principali imposte e tasse presenti in Italia oggi... ma se fosse semplice non avrei dovuto scrivere questa pagina!
In questa pagina, dopo una breve introduzione vengono descritti i principali tributi e contributi ordinati per rilevanza (IRPEF, IVA, Contributi INPS, IRES, IRAP, IMU, ISOS, ...) e l'imposizione dovuta su alcuni eventi (vendita immobili, locazione, successioni, cessione quote, ...). Il paragrafo finale riporta un prospetto semplificativo che confronta la tassazione alle aziende in Italia con quella presente in Europa.
Per ragioni tecniche e culturali questo documento e' aggiornato ogni anno il 1 Aprile!
Un minimo di terminologia di base e' necessaria... saltate questa parte se gia' la conoscete!
Cominciamo dalle Tasse: una tassa e' un pagamento dovuto allo Stato per ricevere un servizio; cosi' avviene anche per i Contributi. Infine le Imposte sono un pagamento dovuto allo Stato per... perche' e' cosi' e basta.
Gli importi e le percentuali vengono definiti per legge
che tipicamente definiscono la base di calcolo (base imponibile) e l'aliquota
che puo' essere fissa o a scaglioni.
Sono diretti i tributi che colpiscono la ricchezza quando viene
prodotta o percepita:
Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF),
Imposta sul reddito delle società (IRES),
Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP),
Imposta sostitutiva sui redditi da capitale (ISOS),
Imposta municipale propria (IMU),
...
Sono indiretti i tributi quelle che colpiscono la ricchezza quando viene
trasferita:
Imposta sul valore aggiunto (IVA),
Contributi integrativi,
Imposta di registro,
Accise (benzina, elettricita', ...),
Imposta ipotecaria,
Imposta catastale,
Imposta di bollo,
Imposta sulle pubblicita',
Imposta sulle successioni e donazioni,
Imposta sulle assicurazioni,
Imposta sul consumo e di fabbricazione,
Imposta sugli intrattenimenti,
...
In generale le imposte indirette sono considerate piu' inique poiche' colpiscono
con la stessa percentuali i piu' ricchi come i piu' poveri.
In Italia le imposte indirette (eg. IVA e accise sulla benzina) sono comunque
tra le piu' alte d'Europa.
Ci sarebbero altri termini da descrivere: soggetto passivo, soggetto attivo; persone fisiche, persone giuridiche; reddito, patrimonio; proporzionale, progressivo, ... ma la maggioranza di queste parole sono entrate ormai nel vocabolario comune e quindi le considero conosciute (in pratica se le conosco io allora le conoscono praticamente tutti ;-)
Per ciascun tributo vi sono specifici metodi di calcolo che si basano su base imponibile, per competenza/per cassa, esenzioni, detrazioni, deduzioni, ... Una volta definito l'importo anche dal punto di vista del pagamento vi sono diverse tempistiche e modalita': immediata, annuale, trimestrale, mensile, anticipi, acconti, rateizzazioni, condoni (sigh), ...; F24, F23, bollettino postale, cartella esattoriale, sostituto d'imposta, reverse charge, ...
Il gettito fiscale e' raccolto dall'erario e delle amministrazioni teritoriali (regioni e comuni) per un totale di imposte erariali per 446.796 M€ e di imposte territoriali per 53.788 M€; i contributi sono raccolti dall'INPS, dagli altri enti previdenziali e dall'INAIL per un totale di 222.644M€.
I tributi piu' significativi dal punto di vista della raccolta sono (nell'ordine sul totale): IRPEF (25.9%), IVA (17.1%), IRES (4.6%), Accisa sulla benzina (2.9%), IRAP (2.8%), IMU-IMIS-TASI (2.4%), Addizionali regionali/comunali (2.3%); dal punto di vista contributivo le percentuali sono INPS (28.4%), Enti previdenziali privatizzati (1.4%) ed INAIL (1.0%):
(Fonte: MEF)
Gli altri anni non lo facevamo, ma quest'anno risulta particolarmente significativo il confronto con la variazione dell'anno precedente. Perche', nonostante non sia stata introdotta alcuna significativa variazione nella normativa fiscale, la raccolta anziche' crescere leggermente come avveniva negli anni precedenti e' crollata in modo significativo su alcune voci. In particolare gli introiti dello stato per l'IVA e la benzina sono scesi rispettivamente del 9.7% e del 16.4%: sono percentuali molto elevate che dimostrano una volta di piu' la forte crisi economica del 2020 dovuta alla pandemia COVID-19.
Una volta risolta l'emergenza sanitaria, che finalmente sta trovando una soluzione grazie ai vaccini, quella economica sara' la prossima decisiva sfida per il 2021.
L'IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) e' una delle imposte piu' importanti poiche' colpisce tutte le persone fisiche e fornisce circa un terzo del gettito fiscale italiano.
Chi paga l'IRPEF? Tutti, o quantomeno tanti!
Con gli ultimi dati a disposizione,
su un totale di circa 60M di cittadini
sono state pagate le imposte da 41.372.851 persone fisiche
[NdA con dichiarazione dei redditi presentata con
Certificazione Unica 10.562.248, Modello 730 21.226.721, Modello Redditi 9.583.882]
L'IRPEF e' un'imposta diretta basata sul reddito e considera praticamente tutti i redditi (da lavoro dipendente, da lavoro autonomo, fondiari, ...) escludendo solo quelli per cui e' stata gia' corrisposta un'imposta sostitutiva (eg. cedolare secca sugli affitti, imposta sostitutiva ISOS, regime forfetario, ...).
Il calcolo e' progressivo sugli scaglioni di reddito (lordo) riportati in questa tabella:
Reddito | Aliquota |
da 0 a 15.000 | 23% |
da 15.000 a 28.000 | 27% |
da 28.000 a 55.000 | 38% |
da 55.000 a 75.000 | 41% |
oltre 75.000 | 43% |
Per i redditi al di sotto di 8.174 euro [no tax area] l'IRPEF non e' dovuta.
Sono oneri deducibili dalla base imponibile diverse spese: spese mediche, contributi previdenziali ed assistenziali, l'abitazione principale, ...
Ai dipendenti l'IRPEF viene immediatamente dedotta dallo stipendio
dal datore di lavoro (sostituto d'imposta) che la deve mensilmente
versare allo stato (tipicamente il 16 del mese successivo con un F24).
A dicembre viene poi calcolato il saldo finale.
Molti lavoratori autonomi sono invece soggetti alla ritenuta d'acconto
del 20%: anche questa tipicamente viene versata direttamente all'erario
entro il 16 del mese successivo.
In realta' la percentuale del 20% e' la piu' comune ma e' anche usato
il 23% e la base imponibile varia a secondo del tipo di prestazione
(dal 100%, per la maggior parte dei casi, al 20%).
Sulla stessa base imponibile dell'IRPEF si aggiungono le addizionali regionali e comunali. Ogni regione ed ogni comune hanno facolta' di variarne gli importi ed eventuali esenzioni per fasce. Le addizionali regionali variano dal 0.9% al 1.4% mentre quelle comunali sono tipicamente pari allo 0.8% ma le variazioni sono moltissime [NdA l'elenco ufficiale viene aggiornato giornalmente e riportata le aliquote e le esenzioni per ogni comune; in pratica in Italia ci sono 8000 tassazioni differenti per la sola IRPEF, di poco, ma comunque diverse].
E' confermato per il 2021 il Bonus Fiscale che mira a ridurre il cuneo fiscale; la misura era stata introdotta come Bonus Renzi, quindi modificata in luglio 2020 e per il 2021 e' pari a 1.200€ per i redditi complessivi non superiori a 28.800€. Il calcolo del bonus fiscale dipende dalla fascia di reddito ed ha una serie di esclusioni; risulta significativo per le fasce di reddito piu' basse.
Per il 2022, quindi per i redditi conseguiti nel 2021, e' prevista una riforma dell'IRPEF che prevede una maggiore progressivita' [NdA diminuendo il divario rispetto al regime forfettario e con l'obiettivo di ridurre il nero] ma e' ancora prematuro presentarla.
L'IVA (imposta sul valore aggiunto) e' un'imposta indiretta applicata su ogni scambio di beni o servizi. La percentuale in vigore e' del 22% ma vi sono molti prodotti che utilizzano una percentuale ridotta: 10% (eg. acquisto immobili da imprese, alcuni prodotti alimentari), 5% (eg. prestazioni sociali o sanitarie di cooperative) e 4% (eg. generi di prima necessita', editoria). Dal punto di vista di gettito e' la seconda imposta e la prima tra quelle indirette.
L'IVA viene pagata acquistando un qualsiasi bene perche' e' contenuta nel prezzo finale.
Le aziende versano all'erario ogni mese la differenza tra l'IVA delle vendite e quella degli acquisti
escludendo gli acquisti con IVA indetraibile.
Quando viene aperta un'azienda deve richiedere una Partita IVA che e' un codice univoco
che la distingue [NdA corrisponde al codice fiscale delle persone fisiche].
La partita IVA e' composta da 11 cifre prefissate dalla sigla "IT".
Gli acquisti o vendite con l'estero generalmente non sono imponibili IVA.
All'estero l'IVA prende tipicamente il nome di VAT che e' semplicemente l'acronimo della traduzione
in inglese (Value Added Tax).
In genere le aziende versano l'IVA all'erario in corrispondenza all'emissione della fattura e non del pagamento da parte del cliente. Per chi riceve pagamenti in ritardo questo comporta un ulteriore problema finanziario.
La novita' piu' significativa sull'IVA e' stata l'introduzione della fatturazione elettronica volta a ridurne l'evasione [NdA 2019-01-01]. Nel 2021 risultano ancora esonerati all'utilizzo della fatturazione elettronica coloro che hanno adottato il regime forfettario, ma probabilmente l'obbligo verra' introdotto per il prossimo anno.
Nel corso del 2020 sono state aperte circa 464.700 nuove partite Iva di cui il 21% da società di capitali, il 72,2% da persone fisiche ed il 3,4% da società di persone. Un numero signficativo di soggetti ha aderito al regime forfetario (46,4%). Il numero di aperture di partite IVA e' stato significativamente piu' basso (-14,8%) rispetto all'anno precedente per effetto dell’emergenza sanitaria in corso. Per la stessa ragione i primi mesi del 2021 il trend negativo non e' ancora cambiato.
I contributi agli enti previdenziale sono fondamentali
anche perche' si tratta del costo piu' alto sostenuto dagli italiani...
Tra i diversi enti previdenziali e' sicuramente l'INPS
quello di maggior rilevanza perche' raccoglie la percentuale
piu' elevata di contributi (oltre il 90%) ed eroga la pensione
e la mutua alla maggioranza degli italiani.
Le aliquote dipendono da molteplici fattori (tipologia di attivita',
tipologia azienda, ...) e prevedono una quota in carico all'azienda (eg. 27.63%)
ed una quota in carico al dipendente (eg. 9.19%).
E' da sottolineare la crescita degli altri enti previdenziali privati lo scorso anno (+3.6%).
Di minore entita' sono i contributi devoluti per l'INAIL (eg. 0.5%) e per gli altri fondi obbligatori.
Importante e' anche la gestione separata, sempre gestita dall'INPS,
che e' applicata ai lavoratori autonomi.
In questo caso l'aliquota e' del 25.72% per i liberi professionisti (tutta a loro carico)
e del 33.72% per i collaboratori (in carico al collaboratore per 1/3 ed al committente per 2/3).
Gli artigiani o commercianti hanno un'altra gestione con altre aliquote.
Ad esempio: il 24% per gli artigiani
ed il 24.09% per i commercianti (con una riduzione al 21% se hanno meno di 21 anni).
L'IRES (imposta sul reddito delle societa') viene calcolata sugli utili della societa' (sul reddito complessivo netto come stabilito dall art. 75 del TUIR) ed ha un'aliquota fissa del 24.0% sul bilancio del 2020 da redarre nel 2021.
E' applicata alle societa' di capitali, alle societa' cooperative, alle assicurazioni, ...
Secondo gli ultimi dati disponibili sul reddito delle imprese su un totale di 3.396.677 imprese solo lo 0,56% supera il milione di euro ed oltre il 20% ha reddito 0 o inferiore.
L'IRAP (imposta regionale sulle attività produttive) viene calcolata sulla Produzione Netta di una societa' ed ha un'aliquota del 3.9%.
Poiche' la base imponibile e' molto piu' alta dell'utile aziendale (si parte dal fatturato e si deducono solo alcuni costi: ad esempio non sono dedotti i costi per i dipendenti) il gettito ottenuto e' vicino a quello dell'IRES nonostante l'aliquota piu' bassa. Le imprese ad alta intensita' di manodopera vengono particolarmente penalizzate; poiche' la base e' la produzione netta l'IRAP puo' risultare elevata anche in caso di societa' in perdita.
Secondo gli ultimi dati disponibili sul totale di 3.396.677 imprese il valore della produzione IRAP e' stato zero o inferiore nel 43,44% dei casi e superiore a 500.000€ nel 3,45%.
Lo scorso anno molte imprese hanno potuto beneficiare dell'abolizione del primo acconto IRAP 2020 [NdA art. 24 DL 34/2020 denominato decreto Rilancio]. Il calcolo corretto del beneficio fiscale e' stato chiarito (o complicato) dalla circolare AE 27/E del 19 ottobre 2020; determinato l'importo sara' necessaria una corretta complilazione del quadro IR ed IS sul modello IRAP 2021...
L'ISOS (imposta sostitutiva sui redditi da capitale) viene calcolata sui proventi finanziari (eg. dividendi o le plusvalenze di azioni, obbligazioni). L'aliquota e' del 26%, con l'eccezione delle obbligazioni in titoli di stato in cui l'aliquota e' del 12.5%.
Per la distribuzione degli utili delle societa' la tassazione
e' differente nel caso in cui siano presenti quote qualificate
come descritto nel sucessivo capitolo sulla cessione di quote.
In pratica, nei casi previsti, i dividendi percepiti vengono
cumulati con gli altri redditi
nella percentuale del 58,14% e vengono tassati con l'IRPEF
[NdA sull'aliquota massima l'imposta risultante e' circa il 25%].
Nel 2020 era stata disposta l'unificazione delle imposte dell'IMU (imposta municipale propria)
e della TASI (tributo per i servizi indivisibili) che ora sono quindi un'unica imposta
con un'aliquota del 0,86%
ma modificabile dai singoli comuni.
Resta esente l'abitazione principale non in categoria catastale A1/1, A/8 e A/9
[NdA questa esenzione era stata introdotta ai tempi dell'ICI (Imposta Comunale sugli Immobili)].
E' stata inoltre modificata la deducibilita' che sara' del 50% per il 2019,
del 60% per 2020 ed il 2021 e sara' completamente deducibile dal 2022.
E' necessario ricordare anche la TARI (tassa sui rifiuti),
pagata dagli utilizzatori dell'immobile.
Per la TARI la novita' del 2021 e' che nella compilazione del modello F24
andra' indicata in modo separato la TEFA
(Tributo per l'Esercizio delle Funzioni di tutela, protezione e igiene dell'Ambiente);
non si tratta pero' di una nuova tassa perche' veniva gia' versata anche in precedenza:
dal 2021 verra' solo indicata in modo esplicito.
L'IMIS (IMposta Immobiliare Semplice) e' invece un'imposta dovuta in alcuni comuni in sostituzione di IMU e TASI il cui calcolo e' simile.
Non risultano variazioni significative nel 2021.
A dispetto del nome... l'imposta di registro a volte e' una tassa ed altre volte e' un'imposta.
Se quando un atto viene registrato il contribuente versa una somma che
non dipende dal valore del bene/servizio
e' una tassa di registro altrimenti e' un'imposta di registro.
Gli atti che e' obbligatorio registrare sono molteplici:
locazione ed affitto, vendita immobili, operazioni societarie, vendita auto/moto/imbarcazioni, donazioni, ...
Per alcuni atti e' necessario rivolgersi ad un notaio (eg. vendita alloggio),
altri atti vanno registrati a carico dei contraenti (eg. locazione),
infine per alcuni atti la registrazione non e' obbligatoria ma facoltativa (eg. compromesso di vendita).
Le aliquote sono molto variabili e dipendono da molti fattori.
Ad esempio nel caso di vendita di un immobile tra privati l'imposta di registro
e' del 9% sul valore dell'atto (che deve essere congruo con il valore catastale)
ma si riduce al 2% per l'acquisto della prima casa.
L'imposta catastale ed ipotecaria, sempre in caso di vendita tra privati, sono fisse.
Nel caso di veicoli l'imposta si chiama IPT (imposta provinciale di trascrizione), va effettuata
al PRA (Pubblico Registro Automobilistico),
gli importi sono definiti per legge ed ogni provincia puo' variarli fino ad un massimo del 30%
(cosa che hanno fatto la maggioranza delle province).
La cosi' detta cedolare secca e' un regime opzionale per le locazioni
che risulta generalmente vantaggioso per il contribuente rispetto
a far cumulo con l'IRPEF.
L'aliquota sostitutiva del 21%, utilizzabile anche per
le locazioni ad uso commerciale, e' stata mantenuta anche nel 2021
anche se introducendo alcune limitazioni sugli affitti di breve durata
limitandola ad un massimo di 4 appartamenti.
Confermata l'aliquota del 10% per i contratti a canone concordato (eg. affitto a studenti).
Un'altra variazione e' sul versamento dell'acconto che passa dal 95% al 100%.
Per la successione sono previste franchigie molto alte per i parenti piu' prossimi (eg. 1.000.000 per coniuge e figli) ed aliquote crescenti: 4% (coniuge e figli), 6% (con franchigia di 100.000 per fratelli e sorelle e senza franchigia fino al 4o grado), 8% per tutti gli altri.
Per gli eventuali immobili vanno pagate le imposte come con una normale compravendita. Il valore catastale viene calcolato moltiplicando la rendita catastale rivalutata del 5%. L’imposta ipotecaria e' del 2%.
L'imposta per le donazioni e' la stessa che per le sucessioni. La donazione di un bene mobile di modico valore e' escluso dall'imposta.
La cessione di quote di una SPA o di una SRL comporta il pagamento di un'imposta se vi e' stata una plusvalenza. Al contrario se con la vendita vi e' stata una minusvalenza generalmente non si ha diritto ad alcuna detrazione.
La modalita' di pagamento e di calcolo dell'imposta dipende dal tipo di partecipazione se qualificata (percentuale di voto >2% o capitale >5% se quotate, voto >20% o capitale >25% se non quotate) o meno.
Se viene ceduta una partecipazione non qualificata e' tassata con imposta sostitutiva del 26%. L'imposta puo' essere versata dal contribuente compilando il quadro RT del modello Unico (IRPEF) oppure dalla Sim che gestisce il portafoglio di azioni.
Se viene ceduta una partecipazione qualificata e' tassata per il 58,14% sommandosi agli altri redditi dell'IRPEF (quindi il 25% circa applicando lo scaglione massimo) [NdA la percentuale precente era il 49,72% ed e' stata aumentata in seguito alla riduzione dell'IRES dal 27,5% al 24%].
Per il 2021 la possibilita' di rivalutazione delle quote societarie e dei terreni
e' stata prorogata dalla legge 178/2020;
l'imposta sostitutiva e' stata confermata all'11% senza differenze tra partecipazioni qualificate o meno
[NdA scadenza 30 giugno 2021 sia per l'asseverazione della perizia che per il pagamento dell'imposta o della prima rata].
Quest'anno la legge di bilancio 178/2020 contiene una serie di incentivi alle aggregazioni
(commi 233-243) che consentono di ottenere crediti di imposta una quota delle
Dta (deferred tax asset) fino al limite del 2% della somma delle attivita'.
Queste misure sono rivolte a favorire l'aggregazione di aziende ed a ridurne la sottocapitalizzazione.
Sulle imposte e tasse sono spesso previste esenzioni, deduzioni, detrazioni, crediti d'imposta...
Le deduzioni sono spese che possono essere sottratte dal reddito prima di calcolare l'imposta,
le detrazioni sono spese che possono essere sottratte dalle imposte da pagare.
Le esezioni sono gli importi che non vanno considerati nel calcolo di un'imposta
mentre i crediti sono somme, determinate secondo quanto previsto dalla normativa,
che possono essere detratte dalle imposte.
Da questo punto di vista la normativa fiscale cambia continuamente,
anche per indirizzare l'economia con le scelte dei contribuenti e delle imprese.
Al fine di favorire l'utilizzo di mezzi di pagamento digitali tracciabili [NdA e quindi per ridurre il fenomeno dell'evasione fiscale che impatta direttamente sull'IRPEF e sull'IVA] nel 2021 sono state avviate alcune iniziative quali il Cashback e la lotteria degli scontrini.
La non imponibilita' dei buoni sostitutivi per i servizi di mensa e' di 4,00€ per i buoni cartacei e di 8,00€ per quelli elettronici come variato nello scorso anno.
Nel 2021 sono molteplici le detrazioni disponibili ai contribuenti: Superbonus 110, Ecobonus, Sisma-bonus, Bonus casa, Bonus facciate, Bonus mobili, Bonus verde, Bonus alberghi, Bonus idrico, ... Alcune sono semplici da utilizzare altre piu' complesse ma in comune hanno tutte l'obiettivo del rilancio delle attivita' economiche e della riduzione dell'evasione fiscale.
Per le aziende il credito d'imposta per la ricerca e sviluppo relativo al 2020
e da porre in dichiarazione nel 2021 e'
prevista una modalita' diversa rispetto agli anni precedenti.
Il credito si calcola basandosi sugli investimenti in ricerca e sviluppo,
transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0,
attività di design o ideazione estetica
ed attività di innovazione tecnologica
rispettivamente con percentuali del 12%, 10%, 6% e 5%.
Sono quindi differenti (minori) le aliquote,
vengono calcolate sul totale delle spese (e non rispetto ad un anno di riferimento)
ed e' molto piu' ampia l'applicazione.
Resta valido senza modifiche rispetto allo scorso anno il regime di tassazione denominato Patent Box che consente di escludere il 50% dei redditi derivanti dall’utilizzo di determinati beni immateriali (copyright, brevetti, ...) se il 90% del ricavato viene investito nello sviluppo e manutenzione.
Sono confermate nel 2021 le agevolazioni fiscali per le aziende che assumono apprendisti; si tratta di significative riduzioni della parte contributiva per i primi tre anni di assunzione.
Esattamente di segno opposto la misura prevista nell'art. 110 del "Decreto di Agosto" 2020 che consente di rivalutare alcuni beni d’impresa (eg. marchi) sia civilmente che fiscalmente versando un'imposta sostitutiva del 3%. Anche se e' una legge dello scorso anno gli effetti saranno evidenti e maggiori a partire da quest'anno [NdA per i pignoli: art. 110 DL 104/2020, convertito dalla Legge n. 126/2020 pubblicata sul S.O. n. 37/L alla G.U. 13.10.2020 n. 253)].
Parlare di imposte e tasse e' solo un aspetto, forse il piu' antipatico, del piu' completo Bilancio dello Stato (che il MEF pubblica ogni anno).
Le imposte e le tasse costituiscono infatti la parte piu' significativa
delle Entrate del Bilancio dello stato
ma sono le entrate che servono a pagare i servizi erogati (e gli interessi sul debito)...
Nel 2020, per cassa, le entrate tributarie sono state 486.409 M€
ed il totale delle entrate e' stato 544.806 M€.
Le spese correnti sono state 545.193 M€
ma a queste vanno aggiunte le spese in conto capitale 50.638 M€
e gli interessi 76.732 M€ per un totale di 672.563 M€.
Il disavanzo... e' coperto con il debito.
Una lettura analoga e' possibile per competenza. Il bilancio di previsione triennale prevede un miglioramento con entrate in crescita, spese in diminuzione ed un ricorso al debito in diminuzione. Ma non e' sempre cosi' semplice far quadrare la realta' con le previsioni... anche perche' le previsioni sul famigerato PIL nel documento programmatico di bilancio generalmente sono molto piu' positive dei dati e dalle analisi presentati dall'OCSE [NdE OECD nell'acronimo inglese] (eg. Economic snapshot, GDP).
E' comunque certo che l'impatto del COVID-19 sia stato molto, molto rilevante e le previsioni dopo questo evento, che sicuramente sono di forte recupero, sono molto difficili da effettuare perche' dipendono da molteplici fattori.
A partire da gennaio 2021, chi apre una partita iva deve decidere tra il regime ordinario e il regime forfettario. Rientrando in certi limiti e' inoltre possibile utilizzare una contabilita' semplifica; in pratica si tratta di una scelta intermedia tra il regime forfettario e quello ordinario. Le scelte possibili per le aziende in Italia nel 2021 sono 3:
Il regime forfettario, che era stato significativamente modificato nel 2019, e' stato confermato anche per il 2021.
Il regime forfettario prevede un'aliquota unica sostitutiva del 15% per i redditi fino a 65.000€ di ricavi.
L'aliquota si abbassa al 5% per le nuove attivita' nei primi 5 anni.
Oltre alla sostituzione, con un'aliquota molto vantaggiosa, di IRPEF, IRAP, addizionali, ...
sono semplificate o esonerate altre incombenze quali l'applicazione dell’iva, delle ritenute d’acconto,
la fatturazione elettronica, ...
Di converso non sono praticamente previste detrazioni se non i contributi INPS.
La contabilita' semplificata, utilizzabile per le imprese con ricavi fino a 700.000€ (400.000€ se impresa di servizi), utilizza il principio di cassa anziche quello di competenza, inoltre prevede un numero di incombenze minore
Il regime ordinario e' per tutte le imprese e comunque per le imprese di capitale (SPA, SRL, ...); prevedere una tenuta completa della contabilita' con il principio della competenza ed il pagamento delle imposte come descritto nei capitoli precedenti.
Poiche' abbiamo visto i principali tributi sostenuti dalle aziende e' ora significativo il confronto tra le tassazioni presenti negli altri stati. Sopratutto per quanto riguarda le aziende. Infatti gli individui hanno forti legami con il territorio mentre una multinazionale che vuole aprire un filiale in europa deve solo scegliere il paese migliore in cui investire.
L'aliquota legale per le aziende in Italia, composta dalle imposte sul reddito, e' del 31.4% (IRES+IRAP) ma in realta' l'onere fiscale totale e' molto piu' alto perche' il costo del lavoro e' molto elevato:
Dalla figura precedente si nota che l'Italia ha una delle tassazioni maggiori dei paesi in area euro (sono indicate le imposte/tasse su profitto, sul lavoro ed altre rispettivamente); non e' la piu' alta anche se e' chiaro un motivo per cui molte multinazionali hanno sede in Irlanda e molte finanziarie in Lussemburgo.
Se oltre alle aliquote si tiene conto del numero e della difficolta' degli adempimenti fiscali, della facilita' dei rimborsi, ... si ottiene il seguente prospetto:
(Fonte: PriceWaterhouseCoopers)
I valori riportati in questo capitolo non sono aggiornati... alcuni dei documenti su cui erano basati (eg. World Bank’s Doing Business study, PWC Paying Taxes 2021) non sono al momento stati ripubblicati. E se la banca mondiale e PricewaterhouseCoopers ritengono sia meglio aspettare ad aggiornare i dati, chi sono io per dire il contrario?
E' certo che la pandemia, l'elezione di Biden, la Brexit,
l'evidenza del cambiamenti climatici, ...
hanno rimescolato le carte nel 2020
e sara' importante nel 2021 giocare al meglio
utilizzando le risorse disponibili (tattica)
ed impostando le riforme strutturali (strategia)
per migliorare le prospettive del sistema Italia.
Se questo non avverra' il recupero del debito accumulato
sara' sempre piu' difficile.
Nella redazione del documento e' stato scelto di riferirsi al solo anno corrente. I cambiamenti effettuati ogni anno sono notevoli, tipicamente vengono indicati dalla legge finanziaria che e' approvata entro la fine dell'anno [NdA legge n. 178/2020: "Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023", approvata il 30 dicembre 2020 e pubblicata il 30/12/2020 nella gazzetta ufficiale n. 322] e chiarita dalle disposizioni operative dei mesi seguenti (eg. risoluzione 57/E dell'agenzia delle entrate del 2021-09-07)... allo stesso modo i dati e la loro pubblicazione sono sempre successivi al termine dell'anno. Riportare le variazioni delle diverse imposte nel tempo puo' essere interessante ma risulterebbe molto lungo... e quindi ci siamo limitati all'essenziale.
Per questo la data di riferimento e' esattamente il 1 Aprile 2021... e non e' uno scherzo!
In realta' lo scorso anno lo scherzo lo ha fatto il COVID-19 che, oltre all'emergenza sanitaria, ha generato una crisi economica con molteplici interventi fiscali e finanziari da parte del governo. Da questa emergenza non si e' ancora usciti e l'obiettivo di quest'anno dovrebbe essere quello di uscire dalla crisi e rilanciare l'economia.
Puo' essere utile confrontare questo documento con quello degli anni precedenti: 2017, 2018, 2019, 2020, ...
L'argomento trattato in questo documento e' molto complesso e non lo conosco: ho fatto del mio meglio, spero perdonerete eventuali errori ed imprecisioni.
Nota importante: questo documento e' obsoleto... fate riferimento alla nuova versione!
Titolo: Imposte e Tasse
Livello: Base
Data:
1 Aprile 2021 🐟 Fools' Day Edition
Versione: 1.0.2 - 1 Aprile 2021
Autore: mail [AT] meo.bogliolo.name